Comunicato finale del Sinodo dei Vescovi maroniti – Bkerké, sabato 14 giugno 2025
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Bkerké, sabato 14 giugno 2025.
Introduzione
1 – Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa maronita si è riunito in sessione ordinaria dal 4 al 14 giugno 2025 presso la sede patriarcale di Bkerké su invito di Sua Beatitudine Reverendissima il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, e alla presenza delle Loro Eccellenze i vescovi delle diocesi del Libano, del territorio patriarcale e dei Paesi dell’Estensione (la Diaspora), portando nel cuore le preoccupazioni, i dolori, le miserie, le speranze e le aspirazioni dei loro figli e figlie.
Hanno prima partecipato, dal 4 al 7 giugno 2025, al ritiro spirituale predicato dal carmelitano padre Valéry Bitar, sul tema “La speranza che non delude”.
Poi, dal 9 al 14 giugno, hanno iniziato i lavori sinodali. Sua Beatitudine il Patriarca Raï ha aperto l’assemblea rendendo grazie a Dio per la presenza della Chiesa maronita nel mondo, testimoniando il Cristo risorto, e presentando poi le questioni all’ordine del giorno del Santo Sinodo.
Insieme, i Padri hanno pregato e ascoltato la voce di Dio e ciò che lo Spirito Santo sta dicendo alla loro Chiesa nel primo giorno del tempo di Pentecoste e nell’Anno giubilare della speranza. Hanno ringraziato Dio per la grazia della fede e della speranza visibile nei segni dei tempi.
E, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno affrontato questioni ecclesiali e pastorali e hanno prestato particolare attenzione alle questioni sociali e nazionali, discutendo in uno spirito di comunione sinodale e collegiale attraverso l’ascolto, il dialogo e il discernimento, per poi intraprendere azioni appropriate.
I- Al termine del sinodo, hanno pubblicato il seguente comunicato:
- Questioni ecclesiali
A – L’elezione del Papa
2 – I Padri hanno espresso la loro gioia filiale per l’elezione di Sua Santità Papa Leone XIV, le cui prime parole hanno espresso le seguenti priorità: costruire una pace giusta, globale e permanente attraverso il dialogo, costruendo ponti tra gli individui e i popoli; preoccuparsi delle questioni sociali, dei diritti dei lavoratori, dei poveri e dei migranti; essere aperto alle Chiese orientali sostenendo la loro presenza in Oriente e nei Paesi della diaspora e rispettando la loro patrimonio; consolidare l’unità nella Chiesa e i legami di fratellanza umana.
Hanno accolto quanto ha detto in una delle prime udienze rivolgendosi ai partecipanti al Giubileo delle Chiese Orientali Cattoliche, citando Papa Leone XIII e Papa Francesco: “Le Chiese Orientali sono Chiese martiri che devono essere amate, perché conservano tradizioni spirituali e sapienziali uniche, svolgono un ruolo unico e privilegiato, in quanto costituiscono l’ambiente originario della Chiesa nascente, perché l’opera della redenzione umana è iniziata in Oriente”. Ha quindi raccomandato di “accogliere l’appello di queste Chiese a preservare e promuovere l’Oriente cristiano nel suo patrimonio e nelle sue tradizioni, in particolare nella diaspora”. Queste sono le richieste che i delegati delle Chiese cattoliche orientali hanno presentato al Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità e che l’Assemblea Generale ha adottato nel Documento finale.
B- La riforma liturgica
3- I Padri hanno preso atto del lavoro della Commissione patriarcale per le questioni liturgiche, il cui presidente ha presentato la sua relazione, sottoponendo alla discussione e alla votazione dieci testi dei libri liturgici che il sinodo dello scorso anno aveva studiato: il libro delle rubriche; il rito del battesimo e della cresima; il rito del fidanzamento e dell’incoronazione (matrimonio); il rito dell’ordinazione del cantore, del lettore e del diacono; il rito delle esequie del diacono, del sacerdote e del vescovo; il calendario liturgico maronita. I padri hanno discusso il rito del Sabato Santo nella sua concezione teologica, nel suo simbolismo spirituale e nelle sue motivazioni pastorali. Infine, hanno discusso le traduzioni nelle lingue adottate dai Maroniti in estensione: francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco e greco, insistendo sul fatto che ogni traduzione deve partire dall’originale siriaco e tenere conto delle esigenze pastorali dei giorni nostri. Hanno accolto con favore la prossima pubblicazione del Messale maronita in francese e tedesco.
I Padri hanno apprezzato gli sforzi compiuti dai membri della Commissione liturgica per risvegliare i Maroniti sull’importanza della liturgia, che costituisce uno degli elementi fondanti della nostra identità maronita e il segno della sua unità.
C – Formazione sacerdotale
4 – I Padri hanno ascoltato le relazioni dei seminari responsabili della formazione dei sacerdoti di domani – il Seminario Patriarcale Maronita di Ghazir, il Seminario di Sant’Antonio di Padova a Karm Saddé, il Seminario di Nostra Signora del Libano a Washington e il Pontificio Collegio Maronita a Roma – e della commissione incaricata di assicurare la formazione permanente dei nuovi sacerdoti.
I Padri hanno apprezzato gli sforzi compiuti dai responsabili della formazione sacerdotale, in collaborazione con il Patriarca, i vescovi e le diocesi dell’Estensione, nelle precarie condizioni economiche, finanziarie e sociali del Libano, per assicurare una formazione adeguata alle esigenze della Chiesa nei tempi attuali. Hanno raccomandato lo sviluppo di un programma speciale di formazione missionaria per preparare i sacerdoti a servire nelle diocesi dell’Estensione. Infine, hanno sottolineato la necessità di promuovere le facoltà teologiche e gli istituti di formazione religiosa, che si rivolgono a un gran numero di laici, soprattutto giovani, che cercano una comprensione teologica più profonda per impegnarsi nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza di Cristo risorto.
D – Contributo della Chiesa maronita alla ricezione del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità e del suo Documento finale
5 – Il delegato della Chiesa maronita al Sinodo ha presentato una relazione sul Documento finale che insiste sulla conversione e sulla generalizzazione del metodo della conversazione nello Spirito nelle Chiese locali e nelle diocesi con l’obiettivo di promuovere l’ascolto, il dialogo e il discernimento nelle decisioni ecclesiali a tutti i livelli.
Ha inoltre presentato il piano di lavoro che accompagnerà il processo di accoglienza del Documento finale e il calendario preparato dalla Segreteria generale del Sinodo di Roma, che culminerà in una sessione sinodale nell’ottobre 2028.
E – Questioni giuridiche e servizio della giustizia
6 – I Padri hanno poi ascoltato le relazioni dei Vescovi responsabili del servizio della giustizia nei tribunali ecclesiastici, i quali hanno indicato che compiono notevoli sforzi per accogliere le coppie, ascoltarle e accompagnarle, prima che presentino i loro casi in tribunale, al fine di riconciliarle, e una volta in tribunale per ridurre i conflitti considerando il bene dei bambini. Hanno espresso il bisogno di sacerdoti specializzati in diritto canonico e di un maggior numero di giudici per accelerare la pubblicazione delle sentenze.
Hanno notato il degrado morale e dei valori che porta alla disintegrazione della famiglia. D’altra parte, hanno elogiato i crescenti sforzi delle diocesi, del tribunale, dell’ufficio patriarcale per la pastorale del matrimonio e della famiglia e della Commissione episcopale per la famiglia e la vita in Libano, per riconciliare i coniugi in lite, grazie ai centri di ascolto, mediazione e accompagnamento e ai centri di preparazione al matrimonio e alla formazione di laici e chierici per gestire questi centri in collaborazione con le Università della Sapienza, di San Giuseppe e dello Spirito Santo.
F – La Curia patriarcale
7 – I Padri hanno preso atto delle relazioni degli uffici della Curia patriarcale e delle istituzioni patriarcali e maronite, che si sono presentate a turno: l’Ufficio per la pastorale giovanile, l’Ufficio per la pastorale matrimoniale e familiare, l’Ufficio per la pastorale della donna, il Centro maronita di documentazione e ricerca, l’Ufficio per l’informazione e la comunicazione, che ha lanciato il nuovo sito web del Patriarcato maronita, l’Istituzione patriarcale per lo sviluppo integrale, l’Istituzione maronita per la diaspora e la Lega maronita.
Tutti questi uffici e istituzioni operano sotto il patrocinio del Patriarca maronita con l’obiettivo di svolgere il servizio loro affidato in campo umanitario, sociale e nazionale per una testimonianza cristiana ispirata all’insegnamento sociale della Chiesa.
- Questioni pastorali
A- Situazione e bisogni delle diocesi del territorio patriarcale
8 – I Padri sinodali hanno esaminato la situazione delle diocesi del Libano e del territorio patriarcale. Hanno espresso la loro preoccupazione per la guerra in corso tra Israele e Iran e per le sue ripercussioni sulla regione. Hanno chiesto la fine di questa guerra e il ritorno alla logica del dialogo e dei negoziati diplomatici.
Si sono soffermati sulle crescenti necessità delle loro figlie e dei loro figli a causa del deterioramento della situazione economica, finanziaria, sociale e di sicurezza, in particolare in Libano, Siria e Terra Santa, a causa della guerra in corso tra Israeliani e Palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e della distruzione, del disastro e delle perdite umane che sta causando.
I Padri denunciano con forza la guerra in corso da oltre diciotto mesi contro la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e il Libano meridionale. Fanno appello agli uomini di buona coscienza di tutto il mondo affinché facciano pressione per il proseguimento dei colloqui per un cessate il fuoco definitivo e per l’apertura di negoziati tra le parti interessate sulla base della soluzione dei due Stati, in conformità con la Risoluzione N°181 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Per quanto riguarda la Siria, i Padri sperano che le nuove autorità riescano a creare uno Stato basato sullo Stato di diritto, sulla cittadinanza e sulla democrazia, sui principi di unità, libertà, giustizia e uguaglianza, nel rispetto delle diverse componenti della società siriana. Sperano che la revoca delle sanzioni economiche e monetarie abbia un impatto positivo sulla sicurezza e la stabilità della Siria e sull’unità del suo popolo, aprendo le porte agli investimenti, creando nuovi posti di lavoro e facilitando il ritorno degli sfollati nel loro Paese.
I Padri si sono soffermati sulla situazione delle loro figlie e dei loro figli nei Paesi del Golfo, insistendo sulla necessità di inviare loro sacerdoti per il ministero pastorale e di mantenere la spiritualità, le tradizioni e il patrimonio siro-nochena della nostra Chiesa maronita.
Infine, hanno eletto i vescovi per le diocesi vacanti e hanno votato per il trasferimento di Sua Eccellenza Mons. Youhanna Rafic El Warcha, Procuratore Patriarcale presso la Santa Sede e Rettore del Collegio Maronita di Roma, al Vicariato Patriarcale di Jounié e per il trasferimento di Sua Eccellenza Mons. Elias Nassar, Vescovo Emerito di Sayda, alla Curia Patriarcale di Bkerké.
B – Situazione delle diocesi dell’Estensione
9 – I Padri sinodali hanno affrontato anche la situazione delle diocesi dell’Estensione e le loro necessità in Europa, Africa, America e Oceania. Si sono soffermati in particolare sulle diocesi di Francia e Messico, le cui sedi sono vacanti. Hanno ascoltato le relazioni presentate al Sinodo e hanno eletto una lista di candidati da inviare alla Santa Sede e da sottoporre alla decisione di Sua Santità Papa Leone XIV.
Hanno inoltre discusso il fenomeno della crescente emigrazione dei Maroniti dal Libano e da altri Paesi del Medio Oriente verso i Paesi dell’Estensione, che pone il problema della diminuzione del loro numero nei Paesi d’origine e del moltiplicarsi dei bisogni pastorali nei Paesi ospitanti.
I vescovi dell’Estensione avevano tenuto il loro VII colloquio il 2 e 3 giugno sul tema “Le diocesi maronite fuori dal territorio patriarcale sono segni di speranza nel cuore della Chiesa maronita”. Avevano raccomandato di consolidare i legami tra le loro diocesi e le diocesi e le congregazioni religiose in Libano per assicurare la formazione di sacerdoti dedicati al servizio nei Paesi dell’Estensione, per consolidare i legami con il Patriarcato e per rispettare la liturgia, simbolo dell’unità dei Maroniti.
I Padri hanno apprezzato gli sforzi compiuti dai vescovi dell’Estensione per riunire i loro fedeli e fornire loro una formazione approfondita sull’identità, l’appartenenza, l’eredità e la storia della loro Chiesa, e per incoraggiarli a rinnovare il loro impegno di solidarietà con la loro Chiesa, le sue istituzioni e i suoi fedeli in Libano e in Medio Oriente.
- La questione sociale, il servizio dell’educazione e della carità
10 – I Padri sinodali hanno discusso della crisi economica, educativa e sanitaria di cui soffrono molto le loro figlie e i loro figli in Libano, soprattutto a causa della negligenza dei responsabili dello Stato nell’adempiere ai loro doveri per alleggerire i pesi dei cittadini e preservare la loro dignità.
Si sono soffermati sulla situazione delle istituzioni ecclesiastiche, in particolare di quelle educative, sanitarie e sociali, che stanno attraversando un periodo estremamente critico, soprattutto in termini economici.
Hanno discusso la questione dell’educazione e dell’insegnamento, sia pubblico che privato, e hanno esortato lo Stato ad assumersi la sua piena responsabilità impegnandosi a preservare le istituzioni educative, le scuole e le università, a completare il progetto di aggiornamento dei programmi di studio e a promuovere lo spirito di cittadinanza tra gli studenti.
11 – I Padri sono consapevoli di ciò che i genitori devono sopportare per assicurare una buona educazione ai loro figli in circostanze difficili. Per questo chiedono ai responsabili delle istituzioni educative di prendere iniziative concrete per alleviare le preoccupazioni dei genitori, cercando di aiutare queste istituzioni a perseguire la loro missione educativa. Allo stesso tempo, chiedono al Segretariato Generale per le Scuole Cattoliche di rimanere in costante contatto con i parlamentari, il sindacato degli insegnanti e i responsabili delle istituzioni educative, al fine di proporre decreti legislativi che tutelino i diritti degli insegnanti a una vita dignitosa.
12 – I Padri chiedono alle diocesi e alle congregazioni religiose di fare ogni sforzo per garantire che nessun alunno sia privato dell’istruzione a causa della sua situazione precaria. Assicurano inoltre di essere al fianco del loro popolo e di essere pronti a fornire tutti gli aiuti necessari attraverso le loro istituzioni ecclesiali specializzate, patriarcali, diocesane e religiose, e in collaborazione con le diocesi dell’Estensione e le associazioni ecclesiali e civili straniere, per sostenere la scolarizzazione, l’ospedalizzazione e l’acquisto di medicinali per le loro figlie e i loro figli.
- La questione nazionale
13 – Oggi, dopo cinquant’anni di guerra, il Libano sta affrontando una pericolosa crisi che minaccia la sua entità e la sua identità. Dall’inizio di quest’anno, però, sono apparsi segnali di speranza con l’elezione del Presidente della Repubblica e la nomina di un Primo Ministro e di un nuovo governo. Tutti hanno promesso di costruire lo Stato di diritto e di ripristinare la fiducia dei libanesi.
Per questo motivo, i Padri accolgono con favore l’avvio di una serie di nomine nella pubblica amministrazione, nel sistema giudiziario e nelle istituzioni militari e di sicurezza, come inizio dell’attuazione delle riforme richieste e attese da tutti i Libanesi. Rinnovano il loro sostegno al Presidente della Repubblica e al governo, auspicando che portino avanti questo processo il più rapidamente possibile e che prendano decisioni coraggiose e oculate.
14 – I Padri comprendono la gravità delle sfide che il governo deve affrontare per realizzare le riforme strutturali essenziali per far uscire il Paese dal collasso, e che sono le seguenti: il primato della restituzione totale dei depositi bancari, la piena applicazione della risoluzione internazionale N°1701, l’accentramento delle armi nelle mani dello Stato, la riforma del sistema giudiziario e la sua indipendenza, la ricostruzione, la ristrutturazione delle banche e del deficit di bilancio, la promozione della governance e la lotta contro la corruzione, il controllo dei passaggi di frontiera e la lotta al contrabbando.
Per questo augurano successo al governo in collaborazione con il Parlamento e i partiti politici.
15 – I Padri seguono con attenzione gli eventi politici e diplomatici che si stanno susseguendo a ritmo serrato in Medio Oriente e le loro conseguenze per il Libano e i Paesi della regione. Vedono nel sostegno internazionale al Libano e al suo governo un’opportunità unica, che non può ripetersi e che non deve essere persa, ma che deve essere colta dai responsabili, guidati dal Presidente della Repubblica, che devono prendere le decisioni coraggiose, rigorose e ferme che i Libanesi si aspettano per ristabilire lo Stato e le sue istituzioni.
16 – I Padri richiamano l’attenzione dei politici, dei partiti e dei gruppi parlamentari sull’importanza vitale di continuare ad attuare il documento di accordo nazionale, in particolare sulle carenze delle clausole applicate in modo inappropriato. Ciò richiede l’avvio di un processo nazionale di purificazione della memoria che doveva essere portato avanti tra i Libanesi dopo gli accordi di Taëf per porre fine alla guerra. Per questo motivo, nel sinodo annuale del giugno scorso, i Padri hanno annunciato la formazione di una commissione episcopale incaricata di preparare il terreno, elaborare una tabella di marcia e un calendario di contatti con tutte le parti libanesi, al fine di avviare questo lavoro necessario e urgente.
Il 14 aprile 2025, durante l’incontro con i deputati cristiani presso il santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, Sua Beatitudine il Patriarca Cardinale Béchara Raï ha dato ufficialmente il via al processo di purificazione della memoria e ha incaricato la commissione di mettersi al lavoro, esprimendo l’auspicio che questo Anno giubilare della speranza sia l’inizio di un lungo cammino di riconciliazione nazionale e di unità tra i Libanesi, affinché insieme possano ricostruire il Libano come un Paese messaggio.
Conclusione
17 – In conclusione, i Padri sinodali si rivolgono alle loro figlie e ai loro figli sparsi nel mondo e dicono loro:
Voi guardate a noi, pastori e successori degli Apostoli, con rispetto e stima e talvolta con sospetto e apprensione, e ci chiedete una testimonianza sincera nell’esercizio del nostro ministero pastorale in mezzo a voi.
Ascoltiamo le vostre grida di angoscia, le vostre lamentele e le vostre geremiadi; sentiamo il vostro dolore. Cerchiamo con tutti i mezzi disponibili di curare le vostre ferite e vi assicuriamo la nostra vicinanza attraverso le nostre istituzioni ecclesiali e la solidarietà dei nostri fedeli nei Paesi dell’Estensione.
Dio ci ha scelti tra voi nelle nostre debolezze e ci ha nominati pastori per servirvi e amarvi ancora di più, per testimoniare Cristo Servo e Maestro e per servire, nel suo nome, i poveri, gli orfani, i malati, gli oppressi, gli esclusi, gli emigranti e i migranti.
E nonostante le gravi e pericolose sfide che dobbiamo affrontare, che portano alla disperazione, vi diciamo che in questo Anno giubilare della speranza abbiamo molti motivi per mantenere la nostra speranza in Nostro Signore Gesù Cristo, che non delude. E ci rivolgiamo a voi dicendo con Sua Santità Papa Leone XIV: “Chi dunque più di voi potrebbe cantare parole di speranza nell’abisso della violenza? Chi più di voi, che conoscete da vicino gli orrori della guerra? Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo insieme una Chiesa fondata sull’amore di Dio e sul segno dell’unità, una Chiesa missionaria che apra le braccia al mondo, che annunci la Parola, che si lasci turbare dalla storia e che diventi lievito di concordia per l’umanità”.
Non abbiate paura, ci dice il Signore Gesù Cristo. La nostra Chiesa è forte in Lui e attraverso la nostra unità e solidarietà. Chiediamo a Dio, per intercessione della Beata Vergine Maria, Nostra Signora del Libano, e dei nostri santi, di renderci Messaggeri di Speranza, Profeti di Verità e Artigiani di Pace.

